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Eduardo de Filippo spiega il funzionamento della caffettiera napoletana

“A noialtri napoletani, toglieteci questo poco di sfogo fuori dal balcone… Io, per esempio, a tutto rinunzierei tranne a questa tazzina di caffè, presa tranquillamente fuori al balcone, dopo quella mezz’oretta di sonno che uno si è fatto dopo pranzo… E me la devo preparare io stesso, con le mie mani, sono gelosissimo”.  

Inizia così il monologo dall’attore napoletano Eduardo de Filippo che ci spiega il funzionamento della caffettiera napoletana

Il legame tra il caffè e il cinema napoletano si ritrova in molte pellicole e non soltanto nella commedia Questi Fantasmi!

Non ci resta che scoprire insieme i segreti per fare il caffè napoletano rivelati direttamente da un napoletano.

La cuccumella napoletana e il caffè macinato

Vi siete chiesti quale caffè usare per la caffettiera napoletana? Sembra scontato, ma l’elemento a cui prestare maggiore attenzione è proprio il caffè, da scegliere in base alle vostre preferenze e sempre di ottima qualità, meglio un caffè macinato prodotto artigianalmente in torrefazione.

Se, invece, come Eduardo de Filippo siete gelosissimi del vostro caffè, potete acquistare il caffè in grani e occuparvi anche della macinatura. 

Altrettanto importante è usare lo strumento adatto: la cuccumella, tradizionale caffettiera napoletana, inventata nel 1819 dal francese Morize e perfezionata proprio a Napoli.

Si è diffusa nelle case degli italiani ed è stata utilizzata per molto tempo, fino a quando è stata soppiantata dalla maggiore praticità della moka. 

Tutt’oggi la cuccumella resta un simbolo di Napoli. A differenza della preparazione con la moka, che usa la pressione generata dal vapore per spingere l’acqua in alto attraverso il caffè, la caffettiera napoletana sfrutta esclusivamente la forza di gravità. 

Com’è fatta la caffettiera napoletana?

Per capire il funzionamento della caffettiera napoletana è necessaria una breve premessa sulle parti che costituiscono la cuccumella. Il maggior numero di componenti rispetto alla moka potrebbe rendere leggermente più complesse le prime preparazioni di caffè napoletano. 

La caffettiera napoletana è formata da quattro parti: 

  1. Serbatoio con maniglia: la sezione da riempire con l’acqua; 
  2. Contenitore del caffè: la sezione di forma cilindrica forata che contiene il caffè macinato e consente il passaggio dell’acqua;
  3. Filtro del caffè: la sezione che si avvita sul contenitore del caffè per sigillare il macinato ed evitare che si disperda nella bevanda; 
  4. Raccoglitore del caffè: la sezione che si incastra sopra il serbatoio dell’acqua, dotata di maniglia e beccuccio, in cui si raccoglie il caffè quando è pronto per essere versato. 

Come fare il caffè con la caffettiera napoletana?

Come prima cosa svitate la parte superiore e versate nel serbatoio l’acqua, fino a 5 mm sotto al foro che si trova in alto. 

Dopodichè inserite il contenitore del caffè all’interno del serbatoio d’acqua e posizionate nella sezione dedicata il caffè macinato, in modo che superi leggermente il bordo. 

A questo punto avvitate il filtro sul contenitore del caffè e in seguito la parte superiore, ossia il raccoglitore del caffè. Infine, mettete la caffettiera sul fuoco a fiamma bassa. 

Ma allora quando è il momento di girare la caffettiera napoletana? Quando il vapore e l’acqua iniziano a uscire dal forellino, presente nella parte alta del serbatoio d’acqua, possiamo spegnere il fuoco. Dopo un minuto possiamo girare la caffettiera per far scendere l’acqua nel filtro raccogliendo il caffè nella sezione dedicata.

All’incirca dieci minuti dopo potremo assaggiare il gusto intenso e rotondo del caffè alla napoletana.

Tre trucchi di Eduardo de Filippo per un caffè napoletano perfetto

Veniamo ai segreti svelati da un esperto del funzionamento della caffettiera napoletana

  1. Posizionare sul becco della caffettiera un cono di carta per non disperdere l’aroma. 

“Sul becco della caffettiera, io ci metto questo cuppetiello di carta, non vi sembra niente questo cuppetiello, ma pure c’ha la sua funzione. Il fumo denso del primo caffè, e poi quello più carico non si disperde, anzi rimane dentro e profuma tutto l’ambiente”.

  1. Cospargere il fondo del serbatoio d’acqua con un mezzo cucchiaino di polvere macinata. 

“Prima di versare l’acqua nella parte interna della capsula bucherellata, dove si versa l’acqua…Voi chiudete la capsula poi la capovolgete e dove si versa l’acqua, sul fondo bisogna cospargervi in precedenza un mezzo cucchiaino di polvere appena macinata. È un piccolo segreto, […] il caffè viene più profumato, viene meglio.”

  1. Preparsi la caffettiera napoletana da soli seguendo tutte le regole. 

“Chi mai potrebbe prepararmi una tazzina di caffè come me la preparo io, con lo stesso zelo, lo stesso amore. Capirete che dovendo servire me stesso seguo le vere esperienze e non trascuro niente. Proprio lo faccio con tutte le regole”.

All’ultimo insegnamento Eduardo de Filippo aggiunge anche che “se per una dannata ipotesi il caffè riesce male […] siccome l’ho fatto con le mie mani, non me la posso prendere con nessuno, mi convinco che è buono lo stesso, me lo bevo e ti saluto”.

Se l’argomento vi ha incuriosito potete ascoltare i consigli sul funzionamento della caffettiera napoletana nel monologo sul caffè di Edoardo de Filippo.  

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